il Trial Clincico “iStopMM” proposto da Landmark inizierà presto

Binding Site è lieta di collaborare con il Prof. Sigurdur Kristinsson della Università dell' Iceland per lo studio pilota riguardante una campagna di screening di pazienti affetti da mieloma indolente (MGUS) in occasione del trial "iStopMM "(Iceland Screens, Treats or Prevents Multiple Myeloma).
Lo studio esaminerà campioni di sangue di circa 140.000 adulti di età superiore ai 40 anni, residenti in Islanda, per determinare l'eventuale presenza di segni precoci del mieloma. Un tumore a carico delle plasmacellule, di cui soffrono circa 90.000 persone negli Stati Uniti, e più di 200.000 in tutto il mondo; il mieloma può non essere diagnosticato fino a quando la malattia comincia a danneggiare gravemente la salute.
Il contributo da parte dell'azienda per la progettazione e lo svolgimento dello studio è notevole; l'azienda condurrà la fase iniziale di screening nella sua sede di Birmingham (Regno Unito). Per questo studio verranno utilizzati i test immunologici Freelite® in combinazione con l'elettroforesi.
Il Dr. Stephen Harding, Direttore della Ricerca e Sviluppo, e uno dei promotori di questo studio affermano: "iStopMM rappresenta un progetto scientifico in linea con gli obiettivi di Binding Site, a partire dall'introduzione sul mercato del test Freelite. Binding Site è lieta di collaborare con il Prof. Kristinsson e con lui e con Prof. Ola della Memorial Sloan Kettering".
Freelite® è un test sierico che utilizzando anticorpi policlonali fornisce una quantifica accurata e precisa delle catene leggere libere nel sangue. Le catene leggere libere sono prodotte da differenti tumori ematologici, tra cui il mieloma multiplo. L'introduzione nel 2001 dei test Freelite® nei laboratori clinici ha cambiato l'approccio clinico ai pazienti. L'utilizzo di questi test ha notevolmente migliorato la comprensione di tali patologie. Freelite® è l'unico test approvato dall'International Myeloma Working Group per la quantificazione delle catene leggere libere1.
1. Rajkumar SV, et al. Lancet Oncology 2014; 15:e538-e548